Modellato Volontario-Partecipato
I piani di welfare secondo questo modello partono da iniziative volontarie del datore di lavoro con l’intento di rendere i lavoratori partecipi delle strategie aziendali.
Il senso di questo approccio è che l’azienda trovi modalità strutturate per chiedere ai propri lavoratori come può aiutarli a lavorare meglio analizzando diverse opportunità e poi stabilisce, tramite regolamento aziendale, norme e procedure condivise.
Le modalità di partecipazione vanno oltre i tavoli di confronto o le survey periodiche, i sistemi di comunicazione possono essere sempre nuovi e promossi dagli stessi lavoratori usando piattaforme digitali, social network e community.
La capacità di sviluppare una partecipazione positiva fra i lavoratori favorisce una collaborazione dinamica fra le persone che mettono a sistema bisogni e soluzioni con interventi e correttivi puntuali e tempestivi.
Il modello si tende ad associarlo in genere a piccole e medie imprese a gestione familiare, oppure a modelli cooperativi; in realtà, non è la dimensione a determinare l’intensità di relazione fra lavoratori e azienda, ma è piuttosto un’impostazione culturale basata sulla fiducia e sulla volontà di creare comunità di intenti prima ancora di un piano di Welfare vero e proprio.
Gli elementi positivi di questo approccio sono nella corresponsabilità diffusa e l’efficacia del piano di welfare, che prevedono però un impegno sincero e profondo da parte del management nel voler investire nella relazione con i lavoratori stabilendo un rapporto di fiducia e collaborazione.
I rischi di questo modello stanno nell’eventuale sbilanciamento della azioni finalizzati a favore dei lavoratori, senza una corretta valutazione di come queste possano realmente impattare sul modello di business dell’azienda.
Nel modello Volontario-Partecipato i blocchi più rilevanti sono:
- Proposte di Welfare
- Partecipazione
- Persone